La fotografia è cogliere l’attimo, fermare il tempo, catturare la luce, interpretare e rappresentare in modo personale un particolare momento. Il mio occhio fotografico è rivolto alla fotografia naturalistica, attraverso la ripresa di paesaggi, di animali e al mondo della macro con particolare predilezione per le orchidee sarde. E’ difficile spiegare come nasce la passione per questo genere fotografico e cosa ti spinge a levatacce mattutine, a notti insonni per fotografare la via lattea, a ore passate in un capanno con buone possibilità di non riuscire neanche a fare uno scatto, con la solo certezza di ritornare a casa comunque appagato e felice per aver trascorso delle ore in mezzo alla natura. Personalmente mi spiego tutto questo con una attrazione innata verso l’ambiente naturale e gli animali in generale.
L’inizio della mia passione o carriera fotografica penso sia da ricercare nel momento in cui ho sentito dentro di me l’esigenza di poter in qualche modo congelare le scene cui avevo avuto la fortuna di assistere, per poi poterle rivedere e condividerle con altre persone, cercando di trasmettere loro le emozioni provate nell’attimo dello scatto.
A questo proposito una foto che ricorre spesso nella mia mente è quella che ho scattato al mio primo incontro con un cervo sardo maschio: lo ricordo sempre con quello sguardo fiero, imponente e maestoso in mezzo alla vegetazione della macchia mediterranea non lontano dalle bellissime dune di sabbia di Piscinas. Non sarà il miglior scatto del mio archivio ma quando lo rivedo, sembra che il cervo in qualche modo mi voglia dire o trasmettere qualcosa. L’ammirazione per questo animale è talmente forte che ormai è diventato quasi un rito recarmi ogni anno durante il periodo del bramito nelle zone di Arbus e di Monte Arcosu. La speranza è quella di poter assistere allo scontro tra due maschi che combattono per la conquista o la difesa del territorio che poi condivideranno con le cerve per tutto il periodo degli amori.
Non ho interessi particolari verso altri generi di foto, che ho ed ho avuto sporadicamente modo di praticare, come ad esempio la ritrattistica, la ripresa di eventi o la street photography. Con il passaggio al digitale ho effettivamente sentito e deciso che la fotografia era, oltre che la mia passione, anche il modo di far vedere agli altri,attraverso gli scatti, qualcosa di me stesso. Il digitale offre, a chi lo desidera, il pieno controllo del processo fotografico dall’inizio alla fine. Questo ovviamente deve essere accompagnato anche da un certo interesse per la tecnologia, dall’uso del computer alla conoscenza dei programmi dedicati, per finire poi con il processo della stampa. A tal proposito credo fermamente nella traduzione moderna della frase del noto fotografo Anselm Adams. Lui affermava che la fotografia è come la musica, dove il negativo può essere paragonato alla partitura e la stampa alla performance; allo stesso modo possiamo dire oggi per il raw (negativo digitale) è per il file digitale finale.
Mi piace conoscere le funzioni della macchina fotografica e cercare di ottenere il massimo sul campo, ma allo stesso modo mi piace poter sviluppare il file in camera chiara. Questo non vuol dire, al contrario di quello che molti pensano, stravolgere la realtà o modificare la foto; lo scopo è di poter regolare quello che le macchine fanno in modo automatico in fase di scatto, dando così una interpretazione personale all’immagine realizzata.
Mi piace conoscere le funzioni della macchina fotografica e cercare di ottenere il massimo sul campo, ma allo stesso modo mi piace poter sviluppare il file in camera chiara. Questo non vuol dire, al contrario di quello che molti pensano, stravolgere la realtà o modificare la foto; lo scopo è di poter regolare quello che le macchine fanno in modo automatico in fase di scatto, dando così una interpretazione personale all’immagine realizzata.